Stando a quanto riferiscono le ultime notizie di Formula 1, la sponsorizzazione da 50 milioni di sterline da parte dell’Arabia Saudita è uno dei primi passi per istituire una nuova tappa nel calendario già nel prossimo futuro.
Secondo il Daily Mail, infatti, una gara “provvisoria” potrebbe essere organizzata nel 2021 sulle strade di Gedda (a un prezzo di 60 milioni di dollari), per poi passare a una pista permanente nel 2022. L’appuntamento dovrebbe essere fissato nella prima parte della stagione, in modo da evitare le torride temperature del paese nel periodo primaverile ed estivo. Sempre secondo il Daily Mail, Liberty Media ha già stretto un accordo di sponsorizzazione globale con Aramco, gigante saudita del petrolio.
Le voci sulla candidatura dell’Arabia Saudita per un posto nel calendario di F1 erano emerse lo scorso anno ma le ultime indiscrezioni parlano di un accordo “a un passo dalla chiusura”. La Formula 1, che non ha mai nascosto il suo desiderio di esplorare nuovi territori ed espandere la propria popolarità, ha rifiutato di commentare gli sviluppi in Arabia Saudita come riportato da ESPN. L’aggiunta di una gara nel territorio ricco di petrolio ha già ricevuto delle critiche a causa del mancato rispetto da parte del regime di gran parte dei diritti umani e la mossa è già stata etichettata come un “lavaggio sportivo” dagli autori del Daily Mail.
La stessa accusa è stata mossa in occasione dei recenti eventi sportivi nello stesso Paese, tra cui quello per la lotta al titolo dei pesi massimi tra Anthony Joshua e Andy Ruiz Jr. Un accordo di sponsorizzazione con Aramco esporrebbe la disciplina a critiche anche sul fronte ambientale, poiché la compagnia petrolifera statale ha recentemente scalato una triste lista che classifica le aziende più inquinanti del pianeta. I risultati, pubblicati sul quotidiano Guardian, affermano che Aramco e i suoi prodotti hanno contribuito all’atmosfera con 59,26 miliardi di tonnellate di anidride carbonica dal 1965, che equivalgono al 4,38% del totale globale nello stesso periodo. Un record del genere sembra essere in contrasto con il piano recentemente lanciato dalla F1 per raggiungere lo stato di neutralità delle emissioni di carbonio entro il 2030, che include i modi in cui prevede di sviluppare carburanti sintetici e di conseguenza liberarsi dei prodotti a base di petrolio. Tuttavia, se la trattativa con Arabia Saudita dovesse andare in porto, la F1 non sarebbe la prima disciplina motoristica ad organizzare eventi nel Paese. La Formula E, infatti, ha organizzato le sue ultime due aperture della stagione a Diriyah e il Dakar Rally ha trovato una nuova casa nel paese quest’anno.