GRAN PREMIO DI UNGHERIA 2017 – ANTEPRIMA

Budapest – World Copyright: Zak Mauger/LAT Images

In Ungheria pochi sorpassi, tanto carico e tanto caldo. E per la Scuderia Ferrari cinque successi “storici”

Quando la Formula 1 corse in Ungheria per la prima volta, nel 1986, c’erano ancora l’Unione Sovietica e il cosiddetto Blocco Orientale (chi se lo ricorda?). L’Hungaroring era un circuito lento e tortuoso, con sorpassi impossibili e attrezzature spartane. L’infrastruttura oggi è stata modernizzata, la famosa scala del paddock non esiste più, ma il tracciato, nonostante qualche modifica negli anni, ha conservato le sue caratteristiche. All’Hungaroring, pochi Km dalla stupenda Budapest, la qualifica conta più che su tanti altri circuiti. Eppure la prima vittoria della Scuderia Ferrari in terra magiara, datata 1989, fu resa ancora più brillante da una rimonta incredibile di Nigel Mansell dalla sesta fila in griglia (con oltre due secondi di distacco dalla pole!) e da un sorpasso storico su Senna, sfruttando il doppiaggio di Johansson.

Altri tempi, certo, eppure tutte le vittorie rosse su questa pista hanno qualcosa di magico: dopo quello di Mansell, c’è il successo “strategico” di Michael Schumacher nel ’98. I team radio di quella gara, tra il pilota e il muretto, hanno fatto la storia: “Te la senti di passare da due soste a tre?”. E lui se la sentì, eccome. E poi le vittorie di Michael e Barrichello nel 2001 e 2002, con la conquista matematica del titolo mondiale; lo “hat trick” del 2004 (pole, primo posto e giro più veloce) sempre di Schumi. E infine la partenza fulminante di due anni fa, la corsa quasi in solitaria di Seb Vettel fino al gradino più alto del podio.

Fra tutti i tracciati del mondiale, quello ungherese è uno dei più corti e più “esigenti” quanto a livello di carico aerodinamico. Il caldo e il degrado delle gomme (qui avremo Medium, Soft e Supersoft) sono altri fattori da tenere in considerazione. Il rischio di pioggia per il week end è molto basso: buon per il pubblico,

Budapest – World Copyright: Zak Mauger/LAT Images

Per il Gran Premio di Ungheria sono stati nominati pneumatici P Zero White medium, P Zero Yellow soft e P Zero Red supersoft: le stesse soluzioni già portate qui nel 2016 e scelte per la quinta volta in questa stagione, l’ultima in Gran Bretagna. L’Hungaroring è però radicalmente diverso rispetto a Silverstone e pur essendo un circuito permanente presenta alcune caratteristiche di uno stradale: curve strette e tortuose, basso livello di grip e ridotte velocità medie sul giro. Il clima può essere particolarmente caldo e può portare a un aumento del degrado termico: anche per questa ragione è stata nominata la mescola medium come più dura delle tre a disposizione.

 

LE TRE MESCOLE NOMINATE

 

IL CIRCUITO DAL PUNTO DI VISTA DEI PNEUMATICI

  • L’Hungaroring presenta una serie continua di curve, di conseguenza i pneumatici lavorano senza sosta.
  • Nel 2016 la temperatura asfalto in gara è stata tra le più alte di tutta la stagione, dopo la pioggia al sabato. La strategia vincente è stata su due soste.
  • I Team aumentano la deportanza per massimizzare la velocità in curva; viene enfatizzato più il grip meccanico anziché quello aerodinamico.
  • In passato la strategia di gara è stata spesso influenzata dall’ingresso della safety car.
  • C’è solo un vero e proprio rettilineo, perciò i pneumatici non hanno molte possibilità di raffreddarsi.
  • È un circuito dov’è difficile sorpassare, quindi qualifiche e strategia diventano fondamentali.
  • Maneggevolezza e agilità, più che la potenza massima, sono i due elementi chiave per firmare un giro veloce.