La terza gara della stagione 2018 è la prima con un “salto” di mescola nella nomination: per questo GP, infatti, i piloti avranno a disposizione pneumatici medium, soft e ultrasoft. In Cina il meteo è imprevedibile, con condizioni spesso molto variabili. Il circuito di Shanghai è caratterizzato da un mix di curve – con diverse velocità e raggi di curvatura – e rettilinei. È una delle gare in cui la strategia ha fatto spesso la differenza in passato.
IL CIRCUITO DAL PUNTO DI VISTA DEI PNEUMATICI
- Ci sono due curve particolarmente impegnative per i pneumatici. Curva 1 è a raggio decrescente e immette direttamente su Curva 2, mentre la 13 si percorre a velocità elevate.
- È presente un rettilineo molto lungo che può raffreddare le gomme. I piloti devono prestare particolare attenzione alla frenata su questo punto decisivo per i sorpassi.
- Il circuito non viene utilizzato spesso durante l’anno, quindi può essere ‘sporco’ e scivoloso.
- La pioggia e i periodi di safety car hanno condizionato la gara nel 2017. Lewis Hamilton ha vinto con una strategia su due soste intermediate-soft-soft.
- Quello di Shanghai è un circuito piuttosto veloce e scorrevole, dove i carichi laterali prevalgono rispetto a quelli longitudinali.
- In passato si è verificato del graining durante le prove libere a causa delle basse temperature.
- L’asfalto è piuttosto liscio: ciò rende più facile la ricerca del set up perfetto. Qui è importante trovare il miglior compromesso tra deportanza e resistenza aerodinamica.
In meno di una settimana si cambia completamente scenario: dal deserto roccioso del Bahrain alla metropoli di Shanghai. Dopo la vittoria di Sakhir, la Scuderia Ferrari raggiunge la Cina. La maggior parte della squadra è partita a inizio settimana, alcuni raggiungeranno Shanghai passando prima da Maranello. E a casa torna anche Francesco Cigarini, dopo l’infortunio capitatogli nel pit-stop di domenica scorsa. L’operazione alla gamba sinistra è andata bene, adesso per lui inizia la convalescenza.
Shanghai e Sakhir hanno una cosa in comune, probabilmente l’unica: sono entrate entrambe in calendario nello stesso anno, il 2004 (e tutte e due con un successo della Scuderia, rispettivamente per Rubens Barrichello e Michael Schumacher). Per il resto sono diverse non solo nella posizione ma anche nel tracciato. Quello cinese tende a sollecitare molto di più le gomme anteriori, inducendo al sottosterzo. Ma lo Shanghai International Circuit (modellato sull’ideogramma cinese Shang, che significa “puntare verso l’alto”) ha anche uno dei rettilinei più lunghi di questo mondiale, con i suoi 1200 metri, per cui saranno parametri importanti anche la velocità massima e l’utilizzo del DRS.
Logisticamente parlando, è una gara abbastanza complicata, e non solo per essere la seconda in altrettante domeniche. Il circuito è piuttosto lontano dal cuore della città, dove si trovano quasi tutti gli alberghi, e spesso bisogna calcolare un’ora di traffico prima di vedere in lontananza le grandi tettoie a foglia di loto che caratterizzano l’impianto disegnato da Hermann Tilke. Il tempo non è mai molto, ma la città meriterebbe una visita, con la sua impronta curiosamente occidentale, derivante dal fatto di avere ospitato da sempre concessioni straniere, calata nel contesto di una megalopoli cinese.
E a proposito di tempo: il cielo da queste parti è sempre grigio, causa smog, ma potrebbe esserlo ancora di più per qualche pioggia nel fine settimana, in particolare venerdì e sabato. Una variabile in più nella scelta delle gomme, che qui “salteranno” una mescola: a disposizione, infatti, Medium a banda bianca, Soft gialle e Ultrasoft marcate viola.