
I primi membri del team sono partiti venerdì scorso, gli ultimi arriveranno a metà settimana. Una trasferta così lunga, sedicimila chilometri e un giorno intero di viaggio, non si improvvisa. Soprattutto se è la prima del campionato. Tanto è vero che in Australia, per la squadra, gli orari sono quelli “operativi” già al mercoledì. Quando la F.1 correva ad Adelaide (altro circuito cittadino, ma molto più corto e lento) il Gran Premio di Australia era solito chiudere la stagione. Adesso la apre. A Melbourne la F.1 “moderna” corre dal 1996, ma il circuito era già attivo negli anni ’50. L’atmosfera, i prati, il profumo degli alberi di eucalipto e il fascino della città lo hanno reso da subito popolare presso il pubblico e gli addetti ai lavori, tanto da far dimenticare che nell’Ottocento, prima che venisse realizzato il lago artificiale, l’area era stata usata anche come… discarica per rifiuti.

Tecnicamente, la pista presenta caratteristiche particolari soprattutto per via dell’asfalto, visto che si tratta di un tracciato semipermanente. Un bel mix di frenate, tratti veloci e sezioni più guidate che mettono a dura prova la trazione. Anche all’altro capo del pianeta, la Scuderia Ferrari ha di che sentirsi a casa. La comunità italiana, infatti, è la seconda più numerosa dopo quella anglosassone nell’area urbana; e l’immigrazione non si è fermata, anzi è ripresa, negli ultimi anni. Non è per niente inconsueto sentirsi apostrofare nella nostra lingua, ma Melbourne è anche una città cosmopolita e multietnica. Tutta da godere, per chi ha il tempo di farlo…

La nomination per il Gran Premio d’Australia è la stessa del 2017, ma le mescole 2018 sono più morbide di uno step rispetto allo scorso anno. Ciò contribuisce a un notevole aumento delle prestazioni, come si è già visto durante i test pre-stagione a Barcellona. La gara di Melbourne è una delle più imprevedibili e attese dell’anno, con nuovi piloti, nuove monoposto, condizioni meteo variabili e una pista in continua evoluzione.
- Quello di Albert Park è un circuito stradale semi-permanente che non viene utilizzato spesso durante l’anno, quindi può essere particolarmente ‘sporco’ e scivoloso a inizio weekend.
- I rettilinei non sono molto lunghi e le velocità in curva sono generalmente medio-basse.
- L’aderenza in curve quasi tutte diverse è un elemento particolarmente chiave su questa pista.
- I livelli di usura e degrado sono nel complesso abbastanza bassi: nel 2017 la maggior parte dei piloti ha optato per un solo pit stop, con i primi tre al traguardo che hanno adottato una strategia da ultrasoft a soft. Quest’anno le mescole più morbide potrebbero portare a maggiori livelli di usura e degrado e quindi a un maggior numero di soste.
- L’ingresso della safety car è molto probabile: nel 2006 è entrata quattro volte.
- I carichi laterali non sono particolarmente elevati.
- Il tempo di percorrenza della pit lane è di circa 25 secondi. Non ci sono modifiche di rilievo rispetto al 2017.