GRAN PREMIO DEL MESSICO – ANTEPRIMA

Città del Messico, un GP tutto particolare

Un charter ha portato la squadra corse di Scuderia Ferrari da Austin a Città del Messico lunedì mattina. Poco più di due ore di volo per cambiare completamente orizzonte: dalle pianure del Texas a una megalopoli che, vista dall’aereo, sembra non finire mai, con un traffico pazzesco e la polizia a ogni angolo di strada. Tutt’intorno ci sono montagne, ma si fa fatica a rendersi conto, specie quando il sole scalda, di essere a oltre 2200 metri di altitudine. Due chilometri abbondanti in più di Austin.

Quello dell’elevazione è un tema classico del GP Messico: da sempre la gara più alta del mondo (la più bassa naturalmente è Baku, che si trova a 28 metri sotto il livello del mare). La rarefazione dell’aria, circa il 25 per cento in meno, ha un effetto importante sull’aerodinamica. Normalmente su questa pista si usa un livello massimo di deportanza: ma anche così, il carico complessivo è inferiore a quello di Monza. Per i motori il discorso è un po’ diverso, visto che il turbo compensa la minore densità dell’aria e quindi la relativa perdita di potenza.

Come una settimana fa, anche qui il meteo presenta qualche incognita. Nel corso del fine settimana si prevedono temporali quasi ogni giorno. Ma è difficile che questo scoraggi il pubblico, che da quando l’Autodromo Hermanos Rodriguez è tornato in calendario non ha mai mancato di fare il pieno sulle tribune il giorno della gara.

Pink hypersoft, Purple ultrasoft e Red supersoft sono le tre mescole nominate per il Gran Premio del Messico. I Pink hypersoft saranno usati per la quinta volta in questa stagione: una novità sul popolare tracciato messicano. L’Autodromo Hermanos Rodriguez è uno dei circuiti più veloci dell’anno sul quale i piloti potranno sfruttare fino in fondo proprio il potenziale da record della mescola hypersoft. La configurazione attuale del tracciato si basa su quella originaria risalente al 1962 e ne conserva alcuni tratti ‘old school’.

IL CIRCUITO DAL PUNTO DI VISTA DEI PNEUMATICI

  • Con l’introduzione del Pink hypersoft, le mescole nominate per questa gara sono effettivamente due step più morbide rispetto al 2017, quando furono nominate Yellow soft, Red supersoft e Purple ultrasoft. Tutte le mescole 2018 sono più morbide di uno step rispetto alle equivalenti del 2017.
  • L’asfalto è abbastanza liscio e scivoloso: ciò riduce i livelli di usura e degrado dei pneumatici.
  • La pit lane è una delle più lunghe di tutta la stagione. Tale fattore aumenta il tempo necessario per la sosta e probabilmente spingerà i Team a scegliere strategie su un solo pit stop.
  • Nel 2017, Max Verstappen (Red Bull) ha vinto con un solo pit stop. Alcuni piloti hanno scelto due soste, grazie anche al periodo di virtual safety car.
  • Questo tracciato è piuttosto vario: presenta due rettilinei molto veloci (lo scorso anno Sebastian Vettel ha raggiunto i 362,4 km/h) e un settore particolarmente lento e tortuoso, dove sorgeva la famosa Peraltada.
  • La gara in Messico presenta l’altitudine più elevata di tutta la stagione: le monoposto generano meno deportanza con l’aria più rarefatta, e devono riuscire a sfruttare al meglio il grip meccanico offerto dai pneumatici.