GRAN PREMIO DELL’AZERBAIGIAN 2018 – ANTEPRIMA

Simon Galloway / Sutton Images

Asia o Europa? Quando si parla di Baku e del GP dell’Azerbaijan il dubbio è legittimo. Geograficamente la repubblica caucasica si colloca nel continente asiatico ma fa parte del Consiglio Europeo e infatti anche l’edizione inaugurale, nel 2016, era denominata GP d’Europa.

Dal punto di vista logistico, però, le cose sono abbastanza chiare: il GP azero chiude il primo round di trasferte “lunghe”. Il materiale della Scuderia Ferrari è in gran parte arrivato direttamente dalla Cina, e solo dopo la gara di domenica rientrerà in patria per essere revisionato in vista della Spagna.

Intanto ci si prepara – già dal fine settimana – a questo Gran Premio su un tracciato tutto particolare e senza compromessi. Sei chilometri in senso antiorario, una ventina di curve, quasi tutte ad angolo retto, nella parte vecchia della capitale, il “gomito” più stretto del mondiale nel passaggio alla Torre della Vergine e, per finire, due chilometri a tutto gas lungo la Prospettiva affacciata sul Mar Caspio. Che di notte è anche piuttosto suggestivo.

Anche gli assetti sono senza compromessi: il lungo tratto rettilineo impone un’aerodinamica a basso carico, per sfruttare tutta la velocità e per poter attaccare e difendersi in gara. Anche se il manto stradale viene preparato in vista del Gran Premio, certe caratteristiche negative dei tracciati cittadini (come la sgradita presenza di sacchetti di plastica) sono quasi inevitabili. La scelta delle gomme è orientata verso le mescole morbide con Soft, Supersoft e Ultrasoft.

In Azerbaijan Pirelli schiera le mescole soft, supersoft e ultrasoft. La gamma può quindi considerarsi di due step più morbida rispetto al 2017: per le mescole 2018, più tenere di uno step rispetto allo scorso anno; e per le tre selezionate, con il debutto della ultrasoft su questo circuito. Questa non è l’unica importante differenza rispetto alla passata stagione: la gara si svolge due mesi prima dello scorso anno, quindi le condizioni ambientali potrebbero essere differenti.

Mark Sutton / Sutton Images
  • Il gp inizia dopo le 16 e la temperatura asfalto si abbassa rapidamente con il tramonto. Nessuna delle sessioni di prove libere si svolge alla stessa ora di partenza della gara.
  • Il circuito di Baku è cittadino, per buona parte in mezzo agli edifici e quindi con zone in ombra che rendono ancora più incostante il quadro legato alla temperatura asfalto.
  • Il rettilineo principale è lungo due chilometri e può raffreddare le gomme prima della frenata presente alla fine. E’ il secondo giro più lungo dell’anno, dopo Spa-Francorchamps.
  • Nel 2017, la strategia è stata influenzata dall’ingresso della safety car e dalla bandiera rossa, su una pista dove vi sono spesso contatti tra le monoposto.
  • Daniel Ricciardo ha vinto nel 2017 con una strategia a tre soste supersoft-soft-supersoftsupersoft. Il pilota Red Bull, partito 10°, ha effettuato il secondo pit stop in regime di safety car e il terzo con bandiera rossa.
  • Lo scorso anno una delle sfide principali per i piloti era quella di scaldare correttamente i pneumatici anteriori e posteriori. E’ probabile che questo fattore possa accentuarsi con temperature più basse.